PRIMU D’L’ANU
AL PRIMU D'L'ANU
Quello che la TV e i giornali d’oggi si
ostinano a chiamare Capodanno, era per i borghigiani “Al Primu
d’l’anu”.
A dire il vero non era una grande festa: in una
ideale graduatoria non si sarebbe trovata davvero nelle primissime posizioni.
Tuttavia alla ricorrenza erano legate alcune tradizioni come quella che allo scoccare della mezzanotte, appena nato
il nuovo anno, si dovesse gettar via qualcosa di vecchio.
Vuole infatti la tradizione che liberandosi di
un vecchio oggetto, ci si liberi anche
di tutte le cose brutte che ci sono accadute durante il vecchio anno, compreso
il malocchio. Insomma: anno nuovo, vita nuova.
Così allo scoccare della fatidica mezzanotte,
lungo le vie del Borgo s’udivano tonfi, colpi, fragori che non erano provocati
da fuochi d’artificio, ma dall’usanza, che ogni famiglia rispettava, di gettare
dalla finestra qualche oggetto.
Ed ecco come d’incanto, all’ultimo rintocco
dell’orologio della piazza, spalancarsi le finestre e comparire donne che con gesto rapido, lanciavano nel
vuoto un tazza usurata, un piatto venato, una casseruola ormai logora, un
vecchio e consunto pitale, un bicchiere sbeccato, una zuppiera priva ormai di
smalto. In volo rapido tutto questo e tant’altro finiva sul selciato della
strada e dai rumori, dai fracassi, dalle esplosioni quasi si poteva riconoscere
quale oggetto fosse stato buttato.
Dopo pochi minuti le strade parevano essere
state teatro di uno scontro tra bande rivali.
Nessun commento:
Posta un commento