domenica 11 agosto 2013

LA VITA, UN TEMPO, A BORGOTARO: Il Capodanno

PRIMU D’L’ANU


AL PRIMU D'L'ANU
 
Quello che la TV e i giornali d’oggi si ostinano a chiamare Capodanno, era per i borghigiani “Al Primu d’l’anu”.

A dire il vero non era una grande festa: in una ideale graduatoria non si sarebbe trovata davvero nelle primissime posizioni. Tuttavia alla ricorrenza erano legate alcune tradizioni come quella che allo scoccare della mezzanotte, appena nato il nuovo anno, si dovesse gettar via qualcosa di vecchio.

Vuole infatti la tradizione che liberandosi di un vecchio oggetto, ci si liberi anche di tutte le cose brutte che ci sono accadute durante il vecchio anno, compreso il malocchio. Insomma: anno nuovo, vita nuova.

Così allo scoccare della fatidica mezzanotte, lungo le vie del Borgo s’udivano tonfi, colpi, fragori che non erano provocati da fuochi d’artificio, ma dall’usanza, che ogni famiglia rispettava, di gettare dalla finestra qualche oggetto.

Ed ecco come d’incanto, all’ultimo rintocco dell’orologio della piazza, spalancarsi le finestre e comparire donne che con gesto rapido, lanciavano nel vuoto un tazza usurata, un piatto venato, una casseruola ormai logora, un vecchio e consunto pitale, un bicchiere sbeccato, una zuppiera priva ormai di smalto. In volo rapido tutto questo e tant’altro finiva sul selciato della strada e dai rumori, dai fracassi, dalle esplosioni quasi si poteva riconoscere quale oggetto fosse stato buttato.

Dopo pochi minuti le strade parevano essere state teatro di uno scontro tra bande rivali.

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