mercoledì 31 luglio 2013

LEGGENDE: Il nobile, il contadino e le patate..

Il nobile, le patate e il contadino


Adelardo Dosi, nobile pontremolese, s’era alzato di buon mattino e dopo aver scelto il miglior cavallo s’era avviato per la strada che, attraverso il passo del Brattello, conduceva a Borgotaro. Era atteso dalla famiglia Bertucci per via d’un matrimonio ch’era in programma tra rampolli delle due nobili casate.

Il marchese Dosi aveva ben presto lasciato alle sue spalle Pontremoli e stava inerpicandosi lungo le pendici del monte Cucco. La giornata era bella anche se in alto il crinale era avvolto, come capitava spesso, da una densa foschia.

Dopo un’ora di marcia il nobile pontremolese si trovò tra una fitta e umida nebbia. Valicò comunque senza problemi il Brattello e cominciò a scendere con qualche difficoltà verso il Borgo: la strada, ora, altro non era che un sentiero battuto.

D’un tratto s’accorse di non essere più sulla giusta strada. Stava infatti da qualche tempo camminando con il suo cavallo in un bosco di faggi che non ricordava d’aver mai attraversato durante i suoi viaggi.

Voltò il cavallo e provò a ritornare sui suoi passi. Finì in un canalone, mentre la nebbia sempre più s’infittiva.

Pensò allora che l’unica soluzione fosse quella di scendere comunque di quota ed uscire così dalla nebbia che solitamente ristagnava soltanto sul crinale.

Decise quindi di seguire la direzione di un piccolo corso d’acqua ben sapendo che nel Taro o nel Tarodine sarebbe andato sicuramente a finire.

Poco dopo uscì dalla nebbia e si ritrovò in un bosco di castagni secolari. Non riusciva a trovare punti di riferimento in grado di orientarlo, ma tutto ormai era più facile. Spronò il cavallo e affrettò il passo: rischiava, ormai, di far tardi.

Improvvisamente vide in lontananza una casa e ad un centinaio di metri un contadino che stava lavorando di zappa.

Si avvicinò e gridò, con l’arroganza del nobile: - Ehi! Dove mi trovo?

- Ai Vighini – rispose il contadino continuando a cavar patate.

- Mi vuoi indicare la strada per Borgotaro?

Il contadino cercò di spiegarsi, ma forse perché non aveva grande dimestichezza con la lingua italiana, o perché impressionato da quell’apparizione improvvisa, fece un poco di confusione.

Allora il pontremolese temendo di far tardi chiese: - Puoi accompagnarmi?

- Non posso – rispose il contadino – devo terminare di cavare le patate.

- Se tu m’accompagni a Borgotaro ti darò cinque scudi.

- Vi ho detto che non posso. Devo finire questo lavoro.

Il marchese provò a cambiar tono: - Belle quelle patate. Me ne vendereste un sacco? Vorrei donarle alla persona che mi ospiterà al Borgo.

- Ben volentieri – rispose il contadino.

- Quanto vuoi di un sacco?

- Per un sacco, cinque scudi, signore.

- Va bene eccoti cinque scudi. – disse il pontremolese – Però come faccio a portarle a Borgotaro? Mica posso arrivare dai conti Bertucci con un sacco in spalla.

- Per quello ci penso io, signore. Non è da tutti i giorni prendere cinque scudi.

Il contadino riempì il sacco con calma, se lo caricò sulle spalle e cominciò a scendere verso il Borgo. Il marchese Dosi lo seguiva a cavallo.

In un baleno furono a Grifola, poi giù a San Rocco.

Quando furono sul ponte che metteva al Borgo, il Marchese disse: - Ora che mi hai guidato fino a Borgotaro, apri il sacco e getta le patate in Taro.

- No signore – disse il contadino – le patate sono le sue, le ha già pagate.

- Non me ne importa niente delle tue patate. Ti avevo offerto cinque scudi perché tu m’ accompagnassi lungo la strada e non hai accettato. Per la stessa somma hai finito poi per darmi delle patate e fare la strada con un gran peso in spalla. Ora ho avuto quel che volevo: le patate gettale in Taro.

Il contadino slegò il sacco, a malincuore gettò le patate e se ne tornò a casa. 

Da: Giacomo Bernardi: Leggende della Val di Taro,  2006
Illustrazioni di Mario Previ        

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