Quando si giocava nello spazio in cui oggi sorgono i giardini. Si vede la facciata del vecchio teatro comunale. |
Leggo ogni tanto, sulla Gazzetta di
Parma, notizie relative a manifestazioni organizzate per ricordare
società sportive che hanno una lunga storia alle spalle. Sulla
Gazzetta di mercoledì 4 settembre, ho letto un lungo servizio, con
foto, ed il titolo a tutta pagina: "A Noceto il calcio compie
100 anni".
Nel resoconto e nelle foto, atleti che
hanno dato lustro a quella società, con molti ultraottantenni ancora
presenti.
Quest'ultima notizia mi ha portato a
pensare che a Borgotaro mai si è organizzato un simile evento.
Avendo giocato nel Pontremoli e nell'Aullese, ricordo che, negli anni
passati, entrambe le due cittadine organizzarono qualcosa di simile.
Vi partecipai volentieri, incontrando tanti amici con i quali avevo
condiviso la passione per il calcio.
Lasciando un momento in disparte il
motivo per cui al Borgo ancora non si è pensato a qualcosa di
simile, pur avendo il calcio nostrano tanta storia (e che storia!)
alle spalle, mi ha incuriosito l'accenno della Gazzetta ai "100
anni di storia" del calcio nocetano.
Ho letto attentamente l'articolo per
conoscere la giustificazione (la documentazione) di tale titolo.
Ebbene l'articolo parte così: "E' passato un secolo a Noceto da
quel primo calcio dato ad un pallone in quel campo un po'
improvvisato dietro la chiesa del capoluogo". Un po' vago
l'accenno al primo calcio, mentre non si fa cenno alcuno alla prima
società, al primo campionato disputato. E' da lì che si cominciano
a contare gli anni di una società, non dai primi calci dati ad un
pallone nel campetto della parrocchia. Il nostro calcio, quello
borgotarese, poggia su basi documentali ben precise, ché se
dovessimo parlare soltanto di primi calci potremmo partire non da
100, ma da 230 anni fa.
Provate a leggere quanto ebbi a
scrivere nel volume: "Taro-Taro – Storia del calcio
borgotarese dai primordi al 1973" - Edito nel 2004 -(€
10).
"Il primo accenno al “giuoco
del pallone”, in quel di Borgotaro, lo si trova in un documento
settecentesco. Siamo nel 1777 e la famiglia Misuracchi, nobile e
potente, alquanto tignosa come spesso risulta da altre attestazioni,
chiede alle Autorità che i giovani borgotaresi la smettano di
giocare a pallone nelle vicinanze della loro Casa.
Nobile e potente quella casata, e quindi la richiesta viene accolta. Risultato: divieto di giocare al pallone nelle vicinanze di Casa Misuracchi, anche perché in non poche occasioni pare accadesse che le vetrate andassero in frantumi, con fuga generale dei giocatori e danni quindi non risarciti.
Ma in Borgo c’erano famiglie altrettanto potenti, ed erano i loro rampolli che potevano permettersi questo “pubblico divertimento”, non certo i figli del popolo votati a ben altri trastulli.
Così parte il ricorso al Duca.
Diamine, come fa la gioventù bene del Borgo a godere le meritate vacanze senza questo “giuoco del Pallone”? Ma come si permette l’avvocato Misuracchi?
L’8 luglio1777 (a scuole chiuse), arriva al Commissario di Borgotaro la risposta del Duca.
Nobile e potente quella casata, e quindi la richiesta viene accolta. Risultato: divieto di giocare al pallone nelle vicinanze di Casa Misuracchi, anche perché in non poche occasioni pare accadesse che le vetrate andassero in frantumi, con fuga generale dei giocatori e danni quindi non risarciti.
Ma in Borgo c’erano famiglie altrettanto potenti, ed erano i loro rampolli che potevano permettersi questo “pubblico divertimento”, non certo i figli del popolo votati a ben altri trastulli.
Così parte il ricorso al Duca.
Diamine, come fa la gioventù bene del Borgo a godere le meritate vacanze senza questo “giuoco del Pallone”? Ma come si permette l’avvocato Misuracchi?
L’8 luglio1777 (a scuole chiuse), arriva al Commissario di Borgotaro la risposta del Duca.
Ill.mo sig.
Commessario di Borgo Taro
In vista di una recente rappresentanza stata umiliata a S.A.R. per parte di codesta Gioventù di Borgo Taro, implorante il sovrano assenso, onde potersi, come in passato, esercitare nel giuoco del Pallone, fattosi dalla R.A.S. benigno riflesso non solo di essere questo l’unico e solo divertimento di cui possa la Gioventù predetta poter godere, quanto di essere il sito più comodo, ed in acconcio quello che altre volte ha servito per detto giuoco giusta le avute informazioni; pertanto non ostante il disposto nell’anno scorso si è ora degnata l’Altezza Sua Reale di voler condiscendere alla supplichevole istanza della surriferita Gioventù, accordandole che possa in detto sito riassumere l’uso del giuoco del Pallone, a condizione però che si giuochi in maniera che non si mostri di far sprezzo alla Casa Misuracchi, tale essendo la Suprema Sua Mente e che li Giocatori si obblighino a pagare del proprio tutte le spese, che occorrer potessero per le accidentali rotture, che mai facesse il Pallone alla enunciata Casa Misuracchi, e segnatamente per quei danni che il medesimo recar potesse all’Invetriate.
Quindi commetto alla S.V. di significare tutto ciò ai Giuocatori suddetti e sotto tali condizioni permettere loro in seguito l’esercizio del giuoco predetto, confermandomi per fine con stima di V.S. obbl.mo
Da Parma 8 luglio 1777
In vista di una recente rappresentanza stata umiliata a S.A.R. per parte di codesta Gioventù di Borgo Taro, implorante il sovrano assenso, onde potersi, come in passato, esercitare nel giuoco del Pallone, fattosi dalla R.A.S. benigno riflesso non solo di essere questo l’unico e solo divertimento di cui possa la Gioventù predetta poter godere, quanto di essere il sito più comodo, ed in acconcio quello che altre volte ha servito per detto giuoco giusta le avute informazioni; pertanto non ostante il disposto nell’anno scorso si è ora degnata l’Altezza Sua Reale di voler condiscendere alla supplichevole istanza della surriferita Gioventù, accordandole che possa in detto sito riassumere l’uso del giuoco del Pallone, a condizione però che si giuochi in maniera che non si mostri di far sprezzo alla Casa Misuracchi, tale essendo la Suprema Sua Mente e che li Giocatori si obblighino a pagare del proprio tutte le spese, che occorrer potessero per le accidentali rotture, che mai facesse il Pallone alla enunciata Casa Misuracchi, e segnatamente per quei danni che il medesimo recar potesse all’Invetriate.
Quindi commetto alla S.V. di significare tutto ciò ai Giuocatori suddetti e sotto tali condizioni permettere loro in seguito l’esercizio del giuoco predetto, confermandomi per fine con stima di V.S. obbl.mo
Da Parma 8 luglio 1777
In una
mappa del periodo, risulta che i Misuracchi fossero proprietari di
due fabbricati: quanto al primo si tratta del bellissimo palazzo sito
in quella che oggi è la via Nazionale, quello per intenderci che
ospita a piano terra la tabaccheria Gatti e il Bar Centrale. Il
secondo era situato tra quella che oggi è via Corridoni e il Viale
Bottego, alle spalle della Tipografia Invernizzi. Questo fabbricato
confinava con un orto di proprietà Billò che, con ogni probabilità,
doveva essere il famigerato campo di giuoco.
Sia stato quel “giuoco del Pallone” più o meno uguale a quello attuale, non lo sappiamo. E’ però certo che più di duecento anni fa qualcosa di rotondo già rotolava, rimbalzava, veniva lanciato, forse calciato, visti gli effetti che provocava alle vetrate dei burberi Misuracchi".
Sia stato quel “giuoco del Pallone” più o meno uguale a quello attuale, non lo sappiamo. E’ però certo che più di duecento anni fa qualcosa di rotondo già rotolava, rimbalzava, veniva lanciato, forse calciato, visti gli effetti che provocava alle vetrate dei burberi Misuracchi".
Voi capite che
in base "al primo calcio", come scrivono quei di Noceto, il
nostro sport avrebbe non 100, ma oltre 200 anni alle spalle. Nel
prossimo post i documenti relativi alla nascita del calcio a
Borgotaro, ossia alla nascita della prima Società, della prima
squadra ufficiale.
Mappale 193= Casa dei Misuracchi
Mappale 194=Orto di Billò, nel quale si giocava.
Mappale 193= Casa dei Misuracchi
Mappale 194=Orto di Billò, nel quale si giocava.
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