lunedì 29 luglio 2013

ERMANNO STRADELLI: Mayra Rayra

IL FIGLIO DEL GRANDE SERPENTE


Ogni volta che sento parlare di Ermanno Stradelli, mi meraviglio sempre più del fatto che i Borgotaresi non abbiano mai saputo nulla di questo grande esploratore dell'Amazzonia. E' anche strano che appassionati e attenti cultori di storia locale come Pietro Rameri, Tullio Maestri e il Sen. Francesco Marchini Camia, non ne abbiano mai parlato. Eppure il conte Ermanno Stradelli raggiunse il massimo della sua notorietà nei primi anni del novecento.

Lo scorso anno a Genova si sono svolti i festeggiamenti per il cinquecentesimo anniversario della scoperta dell'America, e di Ermanno Stradelli si è parlato molto e in diverse occasioni. Sì, perché questo personaggio, nato a Borgotaro nel 1852, partì da qui nel 1878 per un viaggio che, salvo qualche sosta, l'impegnò tutta la vita.

La sua meta fu la foresta amazzonica; l'obiettivo non quello di scoprirvi ricchezze per portarvi poi la "cultura" europea, ma quello di conoscere quei popoli, i loro usi, la loro cultura, i modi di vivere.

Studiò quel territorio, il clima, raccolse frecce, amuleti(materiale esposto a Genova nel 1892 in occasione della grande Mostra Colombiana), classificò insetti, si prodigò nel curare gli indigeni ammalati.

Dopo una breve sosta in Italia, ritornò nell'Amazzonia dimorando tra i "siringueros" per studiarne i costumi. Intraprese poi un'altra spedizione lunga e rischiosa che lo porterà a contatto con le tribù dei Tarnà e dei Tucanos. Diventa uno dei pochi bianchi accreditati dagli indios, tanto da essere affettuosamente chiamato "Mayra raira", figlio del grande serpente(il Rio delle Amazzoni).

Nel 1921 cessa le sue spedizioni e dietro le insistenze del fratello, decide di rientrare in Italia. Prima di partire si sottopose alla prescritta visita medica in seguito alla quale venne trattenuto presso il lebbrosario di Umirisal dove, isolato in un bungalow in compagnia dei suoi libri, vivrà in assoluta povertà fino alla morte, avvenuta il 24 marzo 1926.

Se è vero che la scoperta dell'America è stata occasione spesso di genocidi da parte dei bianchi, noi Borgotaresi possiamo vantarci del nostro concittadino che andò come uomo di pace e di scienza nel tentativo di far capire al mondo che quelle tribù, considerate "primitive", nascondevano valori, tradizioni, culture degne di rispetto e considerazione.

Giacomo Bernardi

(Dal Lünariu burg'zan 1993)

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